Al momento attuale appare piuttosto difficile, se non impossibile, che un e-tutor sappia interpretare tutte le funzioni e i ruoli che può essere chiamato a svolgere con uguale capacità e competenza. Intervengono almeno due fattori di diversificazione della professionalità dell’e-tutor, l’uno trasversale rispetto all’altro: gli scenari operativi in cui l’e-tutor, in quanto figura professionale, è chiamato a intervenire con azioni di supporto e i modelli metodologico-didattici applicati, indipendentemente o trasversalmente rispetto allo scenario operativo, nel corso che l’e-tutor sarà chiamato a supportare. Anche se l’e-tutor è ormai una figura professionale con una sua precisa connotazione, quindi, i suoi compiti (e le competenze necessarie per svolgerli) tenderanno a modificarsi, talora radicalmente, nella scuola o nella formazione dei docenti, nell’università, nella pubblica amministrazione, in azienda, nelle piccole e medie imprese o in ambito editoriale. Si configura di conseguenza il problema di come orientare e finalizzare le politiche di formazione degli e-tutor, oggetto peraltro di diversi progetti europei (Vale la pena citare almeno il progetto ISEeTT, Implementing Standards for European eTutor Training. URL: http://www.etutorportal.net/). In Italia la formazione degli e-tutor non è ancora oggetto di standardizzazione, anche se numerose università hanno ormai programmato ed erogato corsi post-lauream su queste specifiche competenze.
Tuttavia, osservando i principali modelli di riferimento (e in particolare Salmon, 2000; Kemshal-Bell, 2001; Denis, 2003), nonché attraverso l’analisi comparata dell’offerta formativa orientata agli e-tutor (Rotta e Ranieri, 2005) emerge in modo sufficientemente chiaro che si impara a diventare e-tutor, oltre che attraverso percorsi più formali, di tipo universitario o equiparabili, anche, se non soprattutto, attraverso esperienze autonome di apprendimento informale e soprattutto maturando esperienza sul campo, confrontandosi con buone pratiche, accumulando una casistica sufficientemente ampia. In pratica, una politica efficace per la formazione di e-tutor professionali dovrebbe consistere, oltre che nell’erogazione di programmi formativi specifici, in piani di aggiornamento continuo e di lifelong learning o in azioni orientate al riconoscimento delle competenze acquisite grazie all’esperienza maturata. Queste stesse istanze, tra le altre cose, sono recepite sia in ambito nazionale che internazionale nelle linee guida o negli standard di riferimento sulla qualità dell’e-learning in cui la figura dell’e-tutor è identificata come componente essenziale e riconosciuta come profilo professionale certificabile. Gli elementi che ricorrono nei percorsi formativi descritti nelle linee guida e nei programmi di certificazione sono essenzialmente tre: la distinzione tra un percorso formativo di base orientato all’acquisizione di un “core” di conoscenze e competenze e un percorso più avanzato, integrativo, funzionale alla formazione o di una figura professionale più completa, o all’acquisizione di competenze finalizzate a ruoli più specifici o alla specializzazione dell’e-tutor rispetto a scenari e contesti operativi; la distinzione tra le competenze acquisite attraverso un percorso formativo specifico, solitamente descritto per insiemi, e le competenze acquisite grazie all’esperienza maturata nel tempo svolgendo incarichi specifici e praticando il mestiere dell’e-tutor in contesti e scenari documentabili e valutabili (si veda in proposito l’esperienza di “community of pratice” orientata al coordinamento degli e-tutor attuata nell’ambio di un progetto nazionale promosso da Giunti per la scuola, citata in Rotta e altri, 2004); la separazione tra competenze essenziali e/o trasversali, considerate di norma nella loro specificità e come risultato di un percorso formativo specialistico, e tutte quelle conoscenze e competenze, tipicamente disciplinari ma talora anche più trasversali, che possono essere considerate come parte integrante del background culturale dell’e-tutor o del suo portfolio.
Di questa articolazione tengono generalmente conto i programmi di formazione per e-tutor attuati in Italia. Sussistono tuttavia differenze di impostazione che un’analisi comparata su alcuni esempi di corsi per e-tutor può facilmente evidenziare. Su queste basi, fermo restando che la preparazione degli e-tutor è legata agli scenari e ai contesti operativi e dipende anche dai prerequisiti richiesti dal ruolo che l’e-tutor andrà ad assumere, si può elaborare e proporre un “ideale” percorso organico e completo per formare e-tutor qualificati, che tenga conto delle competenze essenziali, dei modelli formativi più efficaci e delle istanze legate al bisogno di sperimentazione nella pratica, accompagnamento nell’attività e condivisione dell’esperienza maturata. Ne può emergere un percorso che, per quanto potenzialmente ricorsivo, può essere articolato e suddiviso in 7 fasi:
- Attivazione
- Fase di osservazione e riflessione critica
- Fase di consolidamento delle conoscenze e delle competenze
- Elaborazione di modelli e strategie
- Simulazioni
- Apprendistato
- Opzioni per la formazione continua
Va detto tuttavia che, mentre la maggior parte dei programmi di formazione risponde pienamente almeno alle istanze poste dalle prime 5 fasi, risulta più difficile individuare opportunità di apprendistato e formazione continua per e-tutor che volessero perfezionarsi o arricchire il loro portfolio di competenze. Cominciano così a prendere forma le prime comunità professionali di e-tutor, come questa etutorcommunity.org, concepite come opzioni informale di aggiornamento, condivisione di buone pratiche ed help-desk spontanei e fondati sulla reciprocità. Attraverso queste esperienze l’e-tutor assume una sua connotazione definitiva, accreditandosi di fatto come formatore orientato all’e-learning. Si può quindi affermare che se la storia dell’e-learning ha già visto l’e-tutor tra i suoi protagonisti, il futuro dell’e-learning ricomincia dall’e-tutor e dalla consapevolezza che occorre investire nella formazione continua delle sue competenze e nel consolidamento del suo ruolo professionale nell’educazione orientata alla qualità. Per questo se ne parlerà ancora, con un'attenzione specifica ai profili di competenza e ai percorsi formativi per svilupparli, sia nell'ambito del prossimo congresso nazionale AIF, il 27 marzo 2008 a Bologna, e all' Expo E-Learning di Barcellona (3-5 aprile 2008).
Mario Rotta
Appendice importante: a proposito di formazione continua degli e-tutor, come progettista e animatore di questa comunità, accanto al percorso informale e condiviso che su questo portale sta prendendo forma grazie anche al vostro contributo, ho deciso di rendere disponibile un percorso più "formale" di apprendimento/approfondimento sulle tematiche della comunicazione e della collaborazione in rete, improntato ai principi enunciati, anche se necessariamente più circoscritto. Gli e-tutor "effettivi" registrati su etutorcommunity.org possono iscriversi liberamente a questo percorso formativo, disponibile su piattaforma moodle all'indirizzo: http://www.mariorotta.com/piattaforma/moodle/course/view.php?id=8. Basta registrarsi come utenti e utilizzare come chiave di accesso la stringa "mrcmc1012008". Troverete materiali, spunti per esercizi, suggerimenti e inviti per attività collaborative. Una specie di "palestra" per animatori e moderatori insomma. Ma mi piacerebbe anche che il percorso diventasse una sorta di laboratorio sulla formazione permanente degli e-tutor, e che contribuisse a consolidare e far crescere ancora questa stessa comunità...